martedì 26 marzo 2024

 

Fuoco e Cicuta


Autrice: Diana Wynne Jones

Traduzione: Silvia Ricci Nakashima

Editore: Kappalab

Anno edizione: 2016

Numero di pagine: 337 p.

ISBN: 9788898002955




Compiuti diciannove anni Polly Whittaker si rende conto che gran parte dei suoi ricordi sono confusi, come se due memorie differenti fossero sovrapposte una all'altra. I suoi ricordi più vividi riguardano infatti la scuola, gli amici, la famiglia e le ordinarie vicende quotidiane. La parte di memoria che sta riaffiorando poco alla volta nella sua mente, invece, le racconta di aver assistito a eventi estremamente insoliti e bizzarri a partire dal giorno in cui, ben nove anni prima, si introdusse nella grande villa vicino a casa della nonna per assistere senza invito a una riunione da cui tutto ebbe inizio, fra cui l'amicizia con Tom Lynn. Fu proprio grazie a costui, ricorda Polly, che scopri l'amore per la lettura e la scrittura, e furono queste due attività a portarla al centro di un vortice di misteri, fra cui quello più grande: perché oggi nessuno si ricorda più di Tom Lynn? È così che Polly si rende conto di dover risolvere l'enigma al più presto, per avere la possibilità di ritrovare il suo amico e, probabilmente, per salvare anche se stessa...



La recensione di un libro a sera (Da Little rebel)


Il romanzo è piacevole, un mistery/fantasy dalla trama intrigante e ben narrata. Polly Whittaker inizia a ricordare e si rende conto che quattro anni della sua vita sono trascorsi come immersi in un limbo. A questo punto il lettore inizia a domandarsi se i suoi vividi ricordi di ragazzina siano veri o una costruzione della sua mente. E se sono una costruzione della sua mente per quale scopo il suo cervello gli giocherebbe tali scherzi? L'infanzia di Polly è segnata dal divorzio dei suoi genitori, ma davvero tale evento e il comportamento dei sui genitori possono aver causato questa dicotomia non solo cerebrale di ricordi ed emozioni ma anche temporale?

Come scritto il testo è piacevole, i personaggi ben descritti e caratterizzati, l'unica cosa che può risultare ostica a qualcuno, o meglio le due cose, sono: il riferimento a testi anglosassoni che certamente per l'autrice e non solo, sono dei classici, ma di cui in Italia pochi di certo hanno sentito nominare (compresa la sottoscritta). Il secondo è che a qualche lettore sembrerà mancare il vero fattore scatenante dei ricordi di Polly. Ma questo solo in apparenza in quanto viene spiegato il perché riemergano anche se non c'è un momento o un vero fattore scatenante.


Consigliato



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